Disordini di Baltimora

Disordini di Baltimora
La 6th Regiment Massachusetts Volunteer Militia attaccata a sassate e colpi di bastone dai "pacifisti" Copperheads" filo-sudisti.
Data19 aprile 1861
, in mattinata
LuogoBaltimora
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
ObiettivoUnion Army
ResponsabiliCopperheads
MotivazionePacifismo
Conseguenze
Morti4 soldati e 12 civili
Feriti36 soldati, innumerevoli civili

I disordini di Baltimora (denominati anche rivolta o massacro di Pratt Street) avvennero nel 1861 nel maggiore centro urbano del Maryland e furono un tentativo di sommossa popolare che prese il via venerdì 19 di aprile all'altezza di Pratt Street-Little Italy di Baltimora (a partire dalla President Street Station e President Street per poi proseguire e terminare su Howard Street all'imbocco della Camden Street Station) e che si concluse con una strage: i primi caduti della guerra di secessione americana.

Si riveleranno essere il secondo vero e proprio scontro a fuoco tra le due parti in lotta dopo il bombardamento e la battaglia di Fort Sumter avvenuto cinque giorni prima nella Carolina del Sud, che videro l'occupazione di Fort Sumter da parte delle truppe sudiste.

Lo scontro armato vide contrapposti i Copperheads ("pacifisti a tutti i costi") affiliati al Partito Democratico (al tempo la più consistente forza politica degli Stati federati degli Stati Uniti d'America) - affiancati da simpatizzanti secessionisti del profondo Sud - ad alcuni membri dei reggimenti provenienti dal Massachusetts e della milizia statale della Pennsylvania, in marcia in direzione della capitale nazionale Washington dopo essere stati richiamati in servizio per fornire il loro contributo contro l'atto di ribellione in atto nelle regioni schiaviste.

Essi produssero i primi morti per azione ostile nella guerra civile e vengono definiti come "il primo spargimento di sangue" del conflitto[1].

  1. ^ Mark E. Vogler, Civil War Guard on duty in Baltimore to save President Street Station, in eagletribune.com, Eagle Tribune in Lawrence, Massachusetts, 18 aprile 2009. URL consultato il 28 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2009).

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